Into the Brain

Raccontare Mombello   |   REPORTAGE DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE
La mostra ha lo scopo di restituire memoria storica a quei luoghi ormai abbandonati, che hanno segnato la storia della psichiatria e dei malati, trattati prima con l’utilizzo delle violente tecniche di contenimento come camice di forza, elettroshock e poi con psicofarmaci e lo shock insulinico.

RACCONTARE MOMBELLO

Il processo di “spersonalizzazione” nell’istituto avveniva dal primo momento. All’ingresso il “malato” veniva privato dei propri indumenti e degli oggetti personali. Tutti uguali come sagome, tutti ugualmente malati, tutti soggetti alle stesse cure. Paranoia, malinconia, traumi post-guerra, sofferenze amorose, fobie, epilessia, alcolismo, vivacità, idiozia, demenza, omosessualità, povertà: tutto ciò che la Società non era pronta a “capire” veniva riconosciuta “patologia” dalla psichiatria dell’epoca. Poco importavano le origini del problema, unica soluzione: isolarlo e placarlo. La struttura era come un grande contenitore dove la società vi abbandonava senza rancore, ma anche senza amarezza e senza speranze, tutti quei disgraziati che con le loro stranezze compromettevano la quiete pubblica. L’internamento era l’unica soluzione per tutti. I degenti venivano suddivisi in diverse categorie: sudici, tranquilli, semi-agitati, agitati e furiosi. La scarsa igiene e il sovraffollamento diventarono presto un grave problema.

Immagini crude e toccanti in grado di raccontare la storia di chi ha sofferto la reclusione e la tortura senza aver colpa, l’umiliazione e l’allontanamento dalla vita. È un luogo ricco di storia ma anche di realtà oscure e drammatiche, storie nascoste dietro le porte divelte e di lunghi corridoi avvolti nel buio dell’oblio, storie tatuate sui muri sporchi di lacrime e disperazione.

Nessuno può dirsi normale. Specie se messo in condizioni di non esserlo. Per questo, a tanti è toccata in sorte ‘una vita trascorsa senza vivere’.

"Ho calpestato i pavimenti di uno di quei posti che difficilmente puoi dimenticare. È una struttura fatiscente ciò che rimane dell’ospedale psichiatrico più grande d’Italia e forse d’Europa. L’ospedale psichiatrico G.Antonini è un luogo estremamente suggestivo dove permane un’atmosfera impercettibile di qualcosa che incombe e osserva…"

LA STORIA

La Villa, ricostruita nel 1754 dall’architetto Francesco Croce sul leggendario castello medievale dell’antica famiglia feudale dei Pusterla, e poi dei Crivelli, architetti militari, ospitò anche il re delle Due Sicilie, Ferdinando IV, oltre a Napoleone quando vi risiedevano la madre Maria Nunziata, e le tre sorelle, Carlotta, Elisa e Paolina che, il 14 giugno 1797, proprio lì sposò il generale Leclerc. Dopo essere passato attraverso il dominio delle più prestigiose famiglie lombarde dai Carcano, agli Arconati, che ne arricchirono il patrimonio artistico, il palazzo divenne, nel 1865 una casa di cura per malati di mente.

Nel 1932 la struttura arrivò ad avere più di 3000 pazienti, attirandosi l’appellativo di «colosso dei manicomi italiani», tra cui il figlio illegittimo di Mussolini di cui si parla anche nel film di Marco Bellocchio, Vincere.

Dopo la legge Basaglia del 1978, l’intera struttura venne definitivamente abbandonata e i malati furono gradualmente dimessi. Dal degrado si sono salvati Villa Crivelli, attuale sede dell’ Istituto tecnico agrario, le palazzine che ospitano l’Istituto commerciale per periti aziendali e il «Corberi», una casa d’ accoglienza per malati psichici gravi.
Gli altri edifici non godono invece di buona salute.

RACCONTARE MOMBELLO
ESEMPIO DI ALLESTIMENTO

SONO ALLA RICERCA DI LOCATION DOVE REALIZZARE LE MOSTRE FOTOGRAFICHE, SIA IN MILANO E PROV. CHE IN ALTRE CITTÀ.
TRATTASI DI EVENTI NO PROFIT, PERTANTO GRADIREI CHE LO SPAZIO FOSSE GENTILMENTE OFFERTO GRATUITAMENTE.

INTO THE BRAIN

OBBIETTIVO DEL PROGETTO

I fondi raccolti con questa campagna andranno a finanziare:
  • stampa fine art delle foto su vari supporti tra cui l’alluminio
  • affitto location, trasporti ed allestimenti, rinfresco inaugurazione evento
  • realizzazione e stampa del catalogo cartaceo
  • grafica e stampa di inviti, locandine, ufficio stampa e comunicazione sui social
  • sito web sulla location e sugli eventi che si terranno nel corso dell’anno

Nel corso dell'evento sono previste testimonianze di ex pazienti e cittadini che lavoravano come medici, infermieri, assistenti sociali. Inoltre si avrà la possibilità di discutere su progetti di recupero della struttura.

Spero vivamente che qualcuno mi possa aiutare, non solo economicamente, nella realizzazione di questo progetto. Il budget previsto è di 15000 euro, ma sono ben accetti anche importi superiori, infatti l'obbiettivo è replicare in più occasioni la mostra anche in altre città.

Sarebbe interessante sviluppare una sorta di museo, oppure utilizzare queste aree per visite guidate, laboratori artistici, teatrali e fotografici, spazi per eventi, esposizioni artistiche. È un enorme potenziale lasciato al completo degrado e questo è un vero peccato. Andrebbe visto come un enorme “laboratorio” dove, in caso positivo, replicarlo anche per altre strutture simili, chiaramente a questo se ne dovrebbe occupare la Regione, l’impegno economico sarebbe notevole….

Vediamo nel nostro piccolo quello che riusciremo a fare con l’impegno di tutti, per NON DIMENTICARE MAI.
Per qualsiasi info sull’evento, raccolta fondi, etc:
Tel: 331-9937246 Ivan
E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


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ALCUNE FOTO

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